Equo indennizzo, addio! di tanta speranza non rimangono che il desiderio ed una struggente delusione.
La riforma della Polizia Locale non s’ha da fare, nemmeno a piccoli passi, ed il governo nazionale dice di no ad ogni tipo di apertura riguardo alla questione attuale.
E così anche stavolta i fatti danno ragione al SILPoL, con buona pace, o per meglio dire alla faccia dei convegni romani (leggasi ospol csa) e dei proclami del tipo “noi ci siamo, questa è la terza vittoria ed altre amenità ” (leggasi sulpl/sulpm) e delle facili quanto banali asserzioni di tutte quelle associazioni e quei gruppi, che predicano bene e razzolano male, molto male. In mezzo vivacchia una categoria, che va a caccia di mosche e che si lascia imbonire e persuadere dai profeti dell’ultima ora, o che addirittura si compiace della vittoria, in “prima facie,” per il rifiuto del porto d’arma opposto dai vigili obiettori di coscienza, invece di lottare unita e coi piedi per terra!
In tempi di propaganda, la lotta sindacale più vera e sincera è quella che si fa per il piacere dell’onestà! quella che si conduce senza inganni di sorta e con le gambe ben salde nei territori, da Torino a Messina, da Nord a Sud, dalle Alpi al Mediterraneo, per fare valere le ragioni concrete e reali della categoria dalle più piccole alle più grandi.
Allora riflettiamo: o lotta dura, continua e capillare, o morte della categoria!
È ormai tempo di scegliere senza più tergiversare, altrimenti la polizia locale si disintegrerà per sua stessa mano, coi colpi inferti dall’ignavia.
Nello Russo
Segretario Nazionale