Nessuna contrarietá alla collaborazione delle associazioni e dei corpi di vigilanza privata, ma è necessaria una adeguata regolamentazione nazionale con cui fissare i capisaldi della disciplina degli incarichi e delle collaborazioni e degli obiettivi perseguibili. Prima di ogni cosa bisogna impinguare gli organici della polizia municipale ed evitare che le carenze vengano sostenute e risolte, invece che con i concorsi, con la tecnica degli affidamenti a soggetti estranei alla pubblica amministrazione con vari artifici ed espedienti amministrativi.
Bisogna inseguire la legalità e il diritto, imponendo al Governo di ridare efficacia forza e dignità alle Istituzioni repubblicane e democratiche mediante le quali avviare i controlli, in primis sugli Enti locali, tramite gli organi statali decentrati e di dare alle norme di legge esecutività e certezza della loro applicazione. Bisogna avere la determinazione ed il coraggio di denunciare, non solo mediaticamente, la continuità dei governi nazionali nella loro opera di mortificazione della categoria. Dunque l’unica lotta è per il riconoscimento di Forza di polizia ad ordinamento locale, dal quale deriveranno un contratto specifico e il riconoscimento della polizia municipale quale istituzione della repubblica contro ogni forma di aziendalizzazione.
Dobbiamo renderci conto che la privatizzazione del rapporto di lavoro sta compiendo il suo corso mediante la privatizzazione della sicurezza. È il momento di prendere consapevolezza della umiliazione della categoria esercitata a qualunque livello istituzionale ed aggravata dalla compiacenza di associazioni di comodo, che organizzano convegni con aziende che lucrano col nostro lavoro con l’appoggio dei sindaci e nel silenzio dei prefetti. La lotta del Silpol deve volgere la sua rotta contro le speculazioni finanziarie delle aziende private, tra le quali in alcuni casi potrebbe annidarsi il malaffare politico e comune, così come accade ed è stato accertato, per corrodere il sistema della produzione in tanti settori dell’economia del paese Italia.
I Vigili Urbani non hanno bisogno di una nuova legge nazionale per ottenere pari dignità normativa e contrattuale con le polizie dello Stato, ma di ritornare nell’alveo del diritto pubblico, nel quale troveranno luce le loro funzioni, qualifiche e specificità. I comandanti smettano di suonare le trombe dell’emulazione della PS dei CC della GdF, fino a quando non avremo conquistato un posto allo stesso tavolo delle Forze di polizia con pari dignità e forza di legge.
Da qui poi possiamo prendere in considerazione una seria collaborazione con altri soggetti nel contesto della “sussidiarietà orizzontale.” Rieduchiamo nel frattempo noi stessi al diritto, alla forma ed alla sostanza, fermando il “collasso ontologico” col quale stiamo precipitando come categoria.
Nello Russo